L’Albo che presenterò oggi è proposto in un piccolo formato disposto in orizzontale, è intitolato “TRE IN TUTTO”, è edito da Orecchio Acerbo, scritto da Davide Calì e illustrato da Isabella Labate.
Ho individuato alcune parole chiave che, a mio parere, collegano due Albi illustrati apparentemente molto distanti come “Tre in tutto” e “Un Leone a Parigi” (di cui ho parlato qui https://www.federicanocco.it/2022/04/28/la-varieta-come-principio-pedagogico/)
Le parole chiave sono importanti perché attraverso possono richiamare alla mente diversi concetti utili a realizzare collegamenti e impostare attività educative interessanti.
“Tre in tutto” parte da un piccolo scrigno dei ricordi e ci racconta una Storia di solidarietà e di spirito unitario tra il Nord e il Sud d’Italia ambientata in un tempo passato in cui chi aveva solo un poco in più lo condivideva con gli altri.
Usando le parole del Cantautore Francesco De Gregori potremmo dire che il tema di cui si parla è quello della Nostra Storia.
Quest’Albo ha quindi il grande merito di riportare alla memoria una pagina di Storia nazionale, già narrata nel libro “I treni della felicità” di Giovanni Rinaldi e nel film-documentario “Pasta nera” di Alessandro Piva. Attraverso uno sguardo nuovo e originale, l’Albo illustrato parla di accoglienza e ripensa al concetto stesso di famiglia.
Tratto da una storia vera
Durante il Secondo Dopoguerra italiano, nonostante la devastazione causata dai bombardamenti e dalla miseria, nel Paese si respirava una grande voglia di Rinascita che si concretizzava anche nell’ospitalità che numerosi lavoratori del Centro-Nord offrivano ai bambini delle più sfortunate famiglie del Sud. “L’Unione delle Donne italiane” e i comitati delle varie città allestirono i “Treni della felicità”, che tra il 1945 e il 1952, portarono migliaia di bambini in viaggio, dal Sud al Nord, per un’opportunità di riscatto.
I soggiorni dei bambini al Nord erano temporanei e permettevano alle famiglie del Sud di riorganizzarsi, ricostruire e riprendersi da un periodo di estrema difficoltà per prepararsi a riaccogliere poi i propri figli, che nel frattempo avevano trovato accoglienza, nutrimento, accudimento, momenti di spensieratezza e calore.
Nell’Albo illustrato, l’autore Davide Calì ci accompagna in questa storia del passato in modo delicato e piacevole e dà voce al protagonista ma non ci svela il suo nome, forse per rimarcare il tema dell’esperienza collettiva? O forse per altri motivi che non conosciamo e che hanno risposta solo nella testa, piena di immaginario, dello scrittore.
Le illustrazioni di Isabella Labate sono realizzate con la grafite, attraverso un tratto sfumato, caratteristico dei ricordi.
Le immagini sono piene di dettagli. I personaggi sono molto espressivi, talmente tanto da sembrare veri.
L’esperienza collettiva ci viene restituita attraverso l’illustrazione di situazioni di vita quotidiana.
Talvolta testo e immagini seguono percorsi diversi, raccontando la storia in maniera autonoma e questo ci fa pensare a quel rapporto particolare tra parole e figure presente negli Albi di qualità (di cui ho accennato quihttps://www.federicanocco.it/wp-admin/post.php?post=598&action=edit).
Anche in questo racconto, come nel precedente “Un leone a Parigi”, ho individuato dei cenni fiabeschi come quelli del viaggio iniziatico: il protagonista si allontana dal suo luogo d’origine e, dopo aver superato le sue paure dell’ignoto, lo affronta e impara a conoscerlo per poi tornare nella sua terra con una nuova consapevolezza.
E il tema della (non) consapevolezza della propria condizione in questo Albo si esplicita già nelle prime pagine e si sviluppa più avanti, alla fine, quando i protagonisti ritornano nella loro terra d’origine cambiati, cresciuti, con un nuovo punto di vista, con tante nuove esperienze di vita. E’ proprio vero che tutto è relativo.
Attraverso due Albi molto diversi tra loro, “Un leone a Parigi” e “Tre in tutto”, ci siamo resi conto del fatto che uno stesso tema possa essere affrontato in vari modi e che possa essere adattato, sintetizzato e presentato in vari contesti educativi.
Dal punto di vista educativo questo significa valorizzare le diversità attraverso spunti diversi.
Dal punto di vista artistico, si può partire da due produzioni così diverse per conoscere e sperimentare, nel tempo, strumenti, tecniche, modi di narrazione e di rappresentazione differenti.
A presto!